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La roncopatia, cioè il forte russamento cronico durante il sonno, è un problema sempre più diffuso che oggi affligge addirittura un terzo della popolazione italiana. È solo un disturbo fastidioso o russare fa male alla salute? La verità è che a volte è un campanello d’allarme che può indicare il rischio di malattie più pericolose. Per questo è importante conoscerne meglio le cause e le possibili conseguenze.
Soprattutto mentre ci si addormenta e nella fase del sonno profondo, i muscoli e i tessuti molli della bocca, della gola e della faringe si rilassano, costringendo l’aria inspirata a passare attraverso un canale più ristretto e generando così una forte vibrazione sonora, che rende disturbato il sonno di chi russa e di chi ci dorme vicino. Sono riscontrabili alcune caratteristiche che predispongono una persona a soffrire di roncopatia:
età: con l’avanzare dell’età i tessuti muscolari perdono naturalmente il loro tono, e questo rende più probabile il russamento;
genere: gli uomini sono più predisposti per cause ormonali; per lo stesso motivo le donne ne soffrono di più dopo la menopausa oppure in gravidanza, a causa dei relativi squilibri ormonali;
sovrappeso: le persone in sovrappeso o obese rischiano di soffrire maggiormente di roncopatia, poiché il grasso si deposita anche intorno alla zona del collo, costringendo così la gola e le vie aeree superiori;
abuso di alcol, farmaci tranquillanti e fumo: questi fattori aumentano il russare perché favoriscono un eccessivo rilassamento della muscolatura;
vari altri fattori: come allergie croniche, sinusiti, polipi nasali, deviazione del setto nasale, ingrossamento di tonsille e adenoidi.
In questi casi, quindi, russare fa male alla salute? Non necessariamente, ma potrebbe essere: per questo è importante tenere monitorato il russamento e parlare del problema con il proprio medico. In generale, il russamento è spesso collegato a dei disturbi respiratori durante il sonno: è, per esempio, uno dei sintomi più comuni delle apnee ostruttive del sonno (OSA). Inoltre, può essere alla base di tutta una serie di conseguenze, non solo di tipo sociale e relazionale. Dal punto di vista medico, infatti, la roncopatia può provocare:
disturbi dell’umore e psicologici: sonnolenza e mal di testa durante il giorno, irritabilità, ansia, scarsa capacità mnemonica e di concentrazione, depressione;
patologie cardiovascolari, dovute all’alta frequenza cardiaca e all’alta pressione sanguigna generate dagli scarsi livelli di ossigenazione del sangue;
patologie dismetaboliche, come il diabete;
patologie neurologiche.
Quando al russare notturno si affiancano delle momentanee interruzioni della respirazione, il consulto medico si rende indispensabile: in questo caso, si potrebbe soffrire della sindrome delle apnee ostruttive del sonno, note anche con l’acronimo inglese OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome).
Questa patologia comporta una totale o parziale ostruzione delle vie aeree superiori, a causa del collasso dei tessuti molli: questo impedisce il passaggio dell’aria e di conseguenza l’apporto di ossigeno. Il sistema nervoso autonomo entra in allerta “risvegliando” così il tono muscolare e consentendo all’organismo di riprendere la normale respirazione; questo può anche provocare un improvviso risveglio dal sonno, accompagnato da una sensazione di asfissia. L’assenza momentanea di ossigeno e lo sforzo che l’organismo mette in atto per riprendere la respirazione, ripetuti più volte durante la notte, provocano ipertensione e problemi cardiovascolari.
Non appena ci si accorge della possibile presenza di apnee notturne è necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico, che sarà in grado di valutare al meglio la situazione e indirizzarvi verso uno specialista.
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