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Apnee notturne e ipertensione

Apnee notturne e ipertensione

Le apnee notturne sono un disturbo molto più diffuso di quanto si pensi, soprattutto perché spesso non vengono correttamente diagnosticate. Uno dei sintomi più comuni della presenza di apnee notturne, per esempio, consiste nel russare, fenomeno che nella maggioranza dei casi viene liquidato come semplicemente fastidioso, tralasciando di indagarne le cause. 

Le apnee notturne, tuttavia, molte volte rappresentano un campanello d’allarme per la presenza di altri disturbi e, in alcuni casi, esiste un legame diretto tra apnee notturne e ipertensione. 

Ipertensione e apnee notturne: cosa c’è da sapere

L’ipertensione arteriosa è una patologia che colpisce molte persone; può essere congenita, subentrare in particolari circostanze – per esempio in gravidanza – oppure essere favorita da uno stile di vita sbagliato. Il consumo eccessivo di sale nella dieta, per esempio, rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza dell’ipertensione arteriosa. 

Anche le apnee ostruttive del sonno possono essere legate all’ipertensione. Scopriamo come.

Cosa sono le apnee ostruttive del sonno

Le apnee ostruttive del sonno si verificano nel momento in cui, durante il riposo, la persona che ne è colpita subisce un temporaneo arresto del respiro di durata variabile (qualche secondo). 

Le cause delle apnee notturne del sonno possono essere molteplici, da quelle prettamente anatomiche, come la conformazione del palato o la deviazione del setto nasale, al sovrappeso. Sostanzialmente, l’apnea ha luogo nel momento in cui c’è un rilassamento della muscolatura che tiene aperte le vie aeree: in questo modo le pareti si avvicinano, occludendo il passaggio dell’aria.

Quanto sono gravi le apnee ostruttive del sonno? A questa domanda non esiste una risposta univoca: la gravità del fenomeno, infatti, dipende da quanti eventi si verificano durante il riposo. 

Per capire il legame esistente tra ipertensione e apnee notturne, occorre considerare che, quando si verifica questo fenomeno, il corpo è sottoposto a un forte stress, con continui sbalzi di pressione dovuti a un ridotto afflusso di ossigeno al cervello. Per dare un’idea, se in un individuo sano la quota di ossigeno che arriva al cervello è del 90%, in un paziente affetto da apnee ostruttive del sonno non supera il 60%. La conseguenza diretta è un maggiore rischio di eventi direttamente connessi con l’ipertensione arteriosa, come infarto e ictus.

Ipertensione e apnee notturne sono dunque due fenomeni strettamente connessi: il ripetersi in modo costante degli episodi di apnea, infatti, manda letteralmente in cortocircuito la capacità, da parte dell’organismo, di autoregolare l’attività cardiocircolatoria. In questo quadro, l’ipertensione arteriosa è una delle conseguenze più frequenti. 

Ipertensione e apnee notturne: l’importanza della prevenzione

Se si soffre di ipertensione arteriosa e, in più, si russa durante il riposo, è consigliabile approfondire entrambi i fenomeni, perché potrebbe esistere un legame. Generalmente, in questi casi si effettua un esame semplice e non invasivo: la polisonnografia, che permette di monitorare i parametri cardiologici e di respirazione. Grazie alla polisonnografia è possibile non solo individuare eventuali apnee notturne, ma anche stabilirne la gravità.

Per quanto riguarda, invece, la terapia, le apnee notturne possono essere trattate con la CPAP, un apparecchio che, tramite una pompa a motore e una maschera nasale o oro-nasale, eroga aria a pressione positiva, che mantiene aperte le vie aeree. La CPAP è una terapia da effettuare durante il sonno e può essere proseguita anche per tutta la vita. 

In alternativa, possono risultare efficaci anche soluzioni come la chirurgia otorinolaringoiatrica, terapie posizionali che riguardano la mandibola ed eventuali diete dimagranti. Non bisogna infatti dimenticare che, tra le cause di apnea notturna, rientra anche il sovrappeso, patologia spesso associata anche all’ipertensione e che, di conseguenza, il recupero della forma fisica attraverso una dieta bilanciata può aiutare a contrastare con successo entrambi i fenomeni. 

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