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Si parla di “apnea” laddove si verifica un’anomala interruzione della respirazione durante il sonno. Esistono diverse tipologie di apnea notturna:
Conosciute anche come OSAS, si tratta della forma più comune di apnea notturna. Benché molto diffusa, la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno è molto spesso sottodiagnosticata: uno dei sintomi più comuni di questa patologia, infatti, consiste nel russare, fenomeno che di frequente viene considerato non importante. Le apnee ostruttive del sonno si manifestano con una temporanea ostruzione delle vie aeree superiori e possono essere dovute a diverse cause, da sovrappeso e obesità a disfunzioni anatomiche, fino a patologie cardiache o polmonari. Le OSAS non sono tutte uguali, ma si declinano in base alla gravità: nella sua forma più leggera, il disturbo comporta dai 5 ai 14 episodi di ostruzione nell’arco di un’ora; si parla di apnee notturne moderate se si registrano fino a 30 interruzioni della regolare respirazione in un’ora, mentre la patologia è considerata grave se le apnee superano le 30 all’ora.
Si verificano nel momento in cui si crea un piccolo cortocircuito, per cui il cervello non riesce a comunicare con i muscoli della respirazione. L’eziologia delle apnee notturne centrali può essere molteplice e, di conseguenza, possono essere diversi i sintomi tramite i quali si manifesta. I più comuni sono: irregolarità della respirazione durante il sonno, cefalea mattutina, repentini cambiamenti di umore, difficoltà di concentrazione, affaticamento e sensazione di “fiato corto”.
Si tratta di una combinazione tra OSAS e CSA, in quanto possiede caratteristiche sia dell’apnea ostruttiva del sonno che dell’apnea notturna centrale. Questa tipologia di apnea notturna viene trattata come un’apnea ostruttiva e chi ne soffre viene sottoposto a terapia con CPAP, un apparecchio che eroga pressione positiva in maniera costante permettendo così una regolare respirazione.
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