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Nutrizione artificiale enterale e parenterale: differenze e applicazioni

Differenza nutrizione enterale e parenterale

Conoscete la differenza tra nutrizione artificiale enterale e parenterale? Andiamo ad approfondire queste tecniche di alimentazione e vediamo quando è necessaria la nutrizione artificiale.

NUTRIZIONE NORMALE: COSA SIGNIFICA ALIMENTARSI?

Prima di capire come funziona la nutrizione artificiale, parliamo della nutrizione normale, ovvero quella che tutti noi conosciamo: alimentarsi introducendo per bocca i cibi e le bevande che vengono poi digeriti e si trasformano in componenti semplici; successivamente, questi ultimi entrano nel circolo sanguigno a livello dell’intestino e raggiungono le cellule del nostro corpo. La nutrizione normale prevede il corretto svolgimento delle seguenti fasi: introdurre il cibo nella bocca, masticarlo, deglutirlo, transito, digestione e assorbimento dei nutrienti. Esistono due tipi di nutrizione normale, quella autonoma e quella assistita. Nel primo caso, il soggetto è in grado di alimentarsi da solo portando autonomamente i cibi e le bevande alla bocca. Nel secondo caso, la persona, non essendo in grado di alimentarsi in maniera indipendente, ha bisogno di essere imboccata e di ingerire cibo che dev’essere prima frullato. Queste circostanze si verificano molto frequentemente nelle persone anziane e in caso di alcune patologie psichiatriche o neurologiche.

LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE: COS’È E QUANDO È NECESSARIO RICORRERVI

Esiste poi un altro tipo di nutrizione, la nutrizione artificiale: è necessario ricorrere a questa tipologia quando i soggetti non sono in grado di mangiare a sufficienza (temporaneamente o permanentemente) né in autonomia, né se vengono alimentati tramite modalità assistita. Per mezzo della nutrizione artificiale, che è caratterizzata da una serie di procedure, è possibile soddisfare i fabbisogni nutrizionali del soggetto e far fronte al mancato svolgimento delle sue funzioni fisiologiche.

In quali casi è necessario ricorrere alla nutrizione artificiale? Vediamo le principali situazioni in cui è indicata:

– Malnutrizione o denutrizione: in caso di interventi chirurgici (soprattutto se coinvolgono l’apparato digerente), cachessia, durante i cicli di chemioterapia e in caso di pazienti che richiedono una rapida reintegrazione di nutrienti e/o liquidi. 

– Quando non è possibile alimentarsi: per esempio in caso di pazienti che si trovano in coma.

– Quando c’è il rifiuto di alimentarsi: soggetti affetti da anoressia o demenza.

– In caso di difetti di digestione: traumi addominali, alterazioni dei processi di assorbimento e alterazioni gastroenterologiche (vomito o diarrea incoercibili).

– In caso di difetti di deglutizione e/o masticazione: quando, a causa di danni ossei e/o muscolari, alterazioni neurologiche o ortopediche, si verifica l’impossibilità di deglutire o masticare il cibo.

– Per prevenire lo stato ipercatabolico: in caso di pazienti con gravi ustioni o traumi, oppure quando i soggetti si trovano in terapia intensiva.

NUTRIZIONE ARTIFICIALE ENTERALE E PARENTERALE: COSA SONO E QUALI SONO LE DIFFERENZE E I PUNTI IN COMUNE

Esistono due tipi di nutrizione artificiale: la nutrizione artificiale enterale e la nutrizione artificiale parenterale. La scelta della tipologia viene effettuata dal medico sulla base del quadro clinico del soggetto. Vediamo di cosa si tratta:

Nutrizione artificiale enterale: (dal greco enteros, intestino) è caratterizzata dalla somministrazione dei nutrienti direttamente nell’apparato digerente del paziente per mezzo di apposite sonde (sondino naso-gastrico, naso-duodenale e stomie). 

– Nutrizione artificiale parenterale: (dal greco para-enteros, fuori dall’intestino) prevede il trasferimento nella circolazione sanguigna di miscele nutritive tramite vena (utilizzando il catetere venoso o cannule), in caso di insufficienza intestinale acuta o cronica.

La differenza principale tra la nutrizione artificiale enterale e quella parenterale riguarda quindi il metodo di somministrazione delle sostanze nutritive.

La nutrizione artificiale enterale e quella parenterale presentano anche una serie di punti in comune tra loro: entrambe le tecniche sono necessarie per garantire le sostanze nutritive a pazienti che non sono in grado di alimentarsi in modo normale ed entrambe devono essere prescritte, somministrate e controllate dal medico specialista seguendo precisi protocolli che servono ad assicurare che il trattamento sia sicuro, efficace e appropriato per il paziente.

Sia la nutrizione artificiale parenterale che quella enterale possono essere effettuate non solo in ospedale, ma anche a domicilio (nutrizione artificiale domiciliare) – se il quadro clinico e metabolico del paziente lo consente – e la somministrazione di entrambe le tipologie di nutrizione può avvenire per periodi più o meno lunghi. Tutte e due le tecniche hanno l’obiettivo di supplire a funzioni fisiologiche che il paziente non può più garantire e costituiscono due esempi di trattamenti medici sostitutivi, come l’emodialisi e la ventilazione meccanica: sistemi fondamentali per la sopravvivenza del paziente, senza i quali morirebbe entro poco tempo.

Per i pazienti che hanno l’apparato gastrointestinale funzionante, ma che non riescono a ingerire oralmente un quantitativo sufficiente di nutrienti (perché non sono in grado o non vogliono farlo) è indicata la nutrizione enterale.

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