DISFAGIA

La disfagia è l’alterazione di una o più fasi della deglutizione, con conseguente difficoltà a far progredire il cibo e le bevande dalla bocca allo stomaco. Può presentarsi come un fastidio, un rallentamento del transito del bolo, deglutizione inefficace e talvolta può essere dolorosa.

Si stima che un italiano su cinque ne sia affetto, ma che solo il 10% si reca dal medico per parlarne³.

Le cause sono molteplici e comprendono:

• Patologie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer, SLA, etc.);

• Esiti di ictus cerebrale;

• Malacie e traumi del tratto tracheale o laringeo;

• Tumori regione testa-collo e loro trattamento;

• Gravi cerebrolesioni acquisite;

• Quadri sindromici (es trisomia);

• Tracheostomia;

• BPCO;

• Età (presbifagia).

La disfagia si può riconoscere da vari segnali, quali:

• Tosse;

• Voce “umida” o gorgogliante;

• Rigurgiti;

• Scialorrea (ipersecrezione di saliva);

• Lentezza nella progressione del bolo;

• Ripetute deglutizioni anche a bocca vuota;

• Senso di soffocamento;

• Cambiamento delle abitudini alimentari;

• Isolamento durante i pasti;

• Dimagrimento.

Le complicanze sono serie e prevedono:

• Malnutrizione e disidratazione;

• Aumento del rischio di lesioni da pressione;

• Sarcopenia;

• Soffocamento;

• Alterazione della qualità di vita;

• Riduzione delle difese immunitarie;

• Polmonite ab ingestis.

Per gestire e prevenire le complicanze relative ad aspirazione del cibo e soffocamento si raccomanda di valutare lo stato di coscienza al fine di favorire un’adeguata somministrazione, curare l’ambiente circostante, porre attenzione alla scelta degli alimenti e delle bevande e osservare una corretta igiene orale e posturale.

La cura posturale consiste nel mantenere il busto eretto con un’angolazione di 90°, poggiare bene braccia e gambe su una superficie piana, il capo deve essere dritto e leggermente flesso in avanti.

³Corriere della Sera, inserto Corriere Salute, 5 marzo 2020, Dott. Claudio Albizzati