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Le piaghe da decubito rappresentano una delle criticità più serie per i pazienti allettati. Il disturbo si sviluppa gradualmente, peggiorando via via che la permanenza a letto prosegue e, se non si intraprendono le giuste cure, può causare danni molto gravi.
Ma quali sono gli stadi delle piaghe da decubito?
Lo sviluppo delle piaghe da decubito in stadi è un processo che determina un dolore crescente nel paziente.
Il primo stadio è caratterizzato da un eritema non sbiancabile, che appare solitamente in corrispondenza di una sporgenza ossea e che può essere più caldo o più freddo dell’area circostante, così come doloroso, solido o morbido.
È importante sottolineare che questo primo stadio delle piaghe da decubito può essere rilevato più difficilmente nelle persone con la pelle di tonalità più scura.
In questo secondo stadio, la piaga da decubito si presenta come un’ulcera superficiale, che può essere lucida o secca ma in cui in ogni caso il tessuto non è devitalizzato.
Piaghe da decubito: gli stadi corrispondono a un graduale peggioramento del disturbo, che diventa via via più invalidante.
Al terzo stadio si verifica una perdita del tessuto a spessore totale; in questa fase può essere visibile il grasso sottocutaneo, sebbene ossa, tendini e muscoli non siano ancora esposti.
La gravità delle piaghe da decubito al terzo stadio dipende comunque dalla posizione in cui si presentano: in punti come orecchie, ponte del naso, malleoli e occipiti, dove non è presente tessuto sottocutaneo, le ulcere possono essere anche poco profonde; al contrario, nelle zone in cui è presente una maggiore adiposità, le piaghe da decubito al terzo stadio possono essere profonde e dolorose.
La gravità delle ulcere da decubito prosegue allo stadio IV, fase in cui si verifica una perdita di tessuto a spessore totale. A questo stadio, ossa, tendini e muscoli sono esposti e può esserci tessuto devitalizzato in alcuni punti della ferita.
Anche in questo caso, il punto in cui si sviluppano le ulcere può fare la differenza in relazione alla loro gravità: laddove c’è poco tessuto sottocutaneo, le piaghe possono essere poco profonde, ma possono comunque estendersi a muscoli e tendini favorendo l’osteomielite, una grave infezione dell’osso.
Come abbiamo visto, gli stadi delle piaghe da decubito sono quattro; queste lesioni, tuttavia, si possono presentare anche sotto forma di perdita del tessuto a spessore totale, con la base coperta da tessuto devitalizzato, di tonalità variabile dal giallo al marrone.
Se il tessuto devitalizzato non viene rimosso, non è possibile verificare la reale profondità della piaga che, di conseguenza, non può essere classificata in uno dei quattro stadi principali.
Anche in questo caso, non è possibile far rientrare l’ulcera in uno dei quattro stadi tipici delle piaghe da decubito. La lesione si presenta come un’area di colore viola o marrone ma con la cute intatta: è il tessuto molle sottostante, infatti, a essere danneggiato. Il punto può causare dolore ed essere più caldo o freddo rispetto all’area adiacente, così come maggiormente solido o pastoso.
Il sospetto danno profondo del tessuto può essere diagnosticato con difficoltà nei pazienti con pelle scura e, anche mettendo in pratica i migliori trattamenti possibili, può evolvere rapidamente, con l’esposizione di altri strati di tessuto.
Il trattamento delle piaghe da decubito negli stadi in cui si presentano è comunque indispensabile per tamponare il disturbo e non farlo degenerare troppo velocemente, con crescente dolore da parte del paziente.
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